Dicembre per te 07

7 12 07 

Elena 
è soffio
sull’elica

nell’estasi
del cielo
è eretica

vieni nel vento
pare
ci dica

è nel movimento
che vive
il mio cosmo

e mi trovi

Luciano Caramel critico milanese di elena fia fozzer insegnante universitario via R. Bertieri 1 20146 MI mandarli un cd con i miei quadri e il suo indirizzo email è luciano.caramel@virgilio.it 


C’è caos o regola
ne solchi delle stelle?
Nella polvere dietro il carro di Orione?
Armonia o minaccia?
Quale traccia
delle nostre minuscole vite?


Non avere terrore del toro
ne temerne l’ira o il magma
nel gomitolo dei muscoli:
è la tua energia primordiale
che ti fa vivere sopravvivere convivere
con la morte sempre in agguato
con le corna ti scava i solchi nel campo
non colpisce se non di striscio per sbaglio 
involontario
aspetta che tu lo imbrigli nella via lattea
il toro è pronto e potente
pianti vigne dove lui ha piantato i suoi zoccoli
sfida l’impossibile
lotta le avversità come niente
accarezzane il pelo e il sudore
il toro è anche il motore degli astri


il più grande pensiero cosmico di donna
fu donato millenni d’anni fa
dalle profondità del suo corpo cavo di femmina
dal grembo all’universo e le costellazioni
ci avvolge ci accoglie ci protegge
ci abbraccia ci conforta e cura
ci stringe ci scalda ci consola
tra ginocchia costole gomiti e spalle
ci ha costruito culla simboli e capanna
solo sulla guancia che non pensa chiede
a noi baci sche si spengano nelle stelle

dici che sei straniera in questa terra
che ogni sguardo per te è di disprezzo
strada transito trasloco 
tradimento è il tuo destino
se ti vengo vicino con promessa è tranello
il desiderio di conforto è coltello
e non vedi o forse vedi che 
anch’io sono sbranato dal padre
la madre mi ha lasciato da un pezzo
quello che cerchi anch’io non ho mai avuto
mio padre mi è sconosciuto

per segantini dal calendario datoci da ruggero moranti


vedere una donna di schiena che porta 
uno scialle: due secchi colmi d’acqua
su un bastone curvo attraverso le spalle
è vedere un lavoro pesante e un cuore leggero
se nel cielo c’è amore
e le finestre sono limpide come l’acqua




occasione a lei per raccogliere il fieno
è che il nuvolone sull’Alpe
ceda il cielo al sereno

e lei supplica con la schiena 
parallela al profilo dei monti
che dal lenzuolo d’erba secca 
gonfia mammella

lei madre 
possa mungere per i suoi 
nel secchio
latte e luce





una donna di schiena senza scialle
che porta due secchi colmi d’acqua
su un bastone attraverso le spalle
ha un lavoro pesante e un cuore leggero
se nel cielo c’è amore
se le finestre sono limpide
e liquida la sete arsa della casa

ma schiavitù antica ed oscura
quando lo scalino e lo sforzo 
le assorbono la testa 
e le chiudono le imposte degli occhi
allora la sua colonna ondulante 
e le sue anche invocano giustizia
e il bastone in equilibrio 

chiama un orizzonte più disteso


la pastora le montagne le pecore
ognuno guarda 
nella sua diversa direzione
ma immersi nella luce
ognuno sa del blu

solo tu 
hai il coraggio di vestirtene

perché sei donna e bella
e fronteggi il sole
e sai che l’ombra è il prezzo
che paghiamo alla luce
se vogliamo che ci investa

solo così possiamo prenderla
e portarla con noi






Campo arato solchi ruvidi allineati verso le montagne solcate anche loro in valli della s crosta terrestre i ghiacciaia graffiati tutto verso te

Lo scoglio lo strato di roccia nella montagna in questa regione la direzione sei tu e sei la nuvola ci sei e non ci sei

Gli aghi di pino sono ancora più sottili più sparsi delle foglie


Un libro per lei : le mie intenzioni vero senza che sia immediato a partire dalla parola vergogna disprezzo toccarmi assassino straniera notte macchina 
Scale piani fondamenta cantine strato di roccia tegole e nuvole pianerottolo

Ti porto sempre con me ed ovunque 
non conosco non concepisco 
non so cosa sia l’abbandono 
albero che da ogni minimo suo segmento 
delle radici succhia dai sassi dono 
che spingerà per te in alto 
fino alle foglie fino alle nuvole 
che ti piovano in testa tutto 
quello che ti vorrei dare
di me finchè son secco
dalla prima e tutta la profondità
all’ultimo rametto



poesia sul respiro