da Oltre i Tuoi Fianchi di Alberto
Sighele
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Matera
Dal degrado materiale di Matera
dall'animale preistorico concreto
dal rifugiato eremita irrequieto
dalle chiese case stalle con al fondo il bestiame
e più nessun legame con i santi del monaco
coperti di ignoranza ed intonaco
da quel che era
dal tanfo nel tufo
dove i secoli avevano scavato la storia
ora splendono i Sassi come stelle
e raccontano
Sospesa tra l'altipiano ondulato a grano
e la gravina
la vita è nel vicinato
uscendo dal tetto presbiterio cantina
attorno al pozzo cisterna
sbucando con la canna fumaria
dalla caverna cucina
con il secchio dell'acqua
o il monsignore di urina
ti incontri con gli altri di fronte al dirupo
Dall'orlo dell'orto
con la luce del giorno e l'otre sul dorso
viene l'asino il cui alito
nel doppio buio della notte
respira la roccia
quando la pietra partorisce la capra
dal lungo pelo dell'anacoreta
anche lui ancorato alla pietra...
E poi e poi
il latte della luce dalle poche finestre
per la madonna col bimbo della chiesa rupestre
ed i santi smaglianti ed estatici
sfuggiti alla persecuzione iconoclasta
che proibiva i sogni e le immagini
agli occhi dell'uomo
cui aveva già parlato concitato
il ricamo sui portali del duomo
E qui siamo all'aperto
a toccare il campanile col dito
ma il piano più ardito
fu forare il futuro scendendo nel sasso
a Matera per scalino e passo
sfidando lo scisma tra sacro e profano
l'altare fu fatto una botte
con scolo di vino o contenitore di grano
Così vorrei
nella sintesi tra i Sassi e le stelle
che anche tu materia resuscitassi
e come qui nei secoli in disparte
fu concepita coloratissima arte
che nella rocciosa fossa
come Matera dice
anche le nostre ossa
fossero luce
luglio 99