Vita Nova

Vita Nova, lo spettacolo musical-poetico danzante, a Palazzo Libera a Villa Lagarina ha avuto un notevole interesse di pubblico. La sala Nobile si è riempita anche nelle ali laterali chiamata da una intonatissima locandina raffigurante ‘la Casa di Beatrice’ un quadro di Angelo Bertucci e Monica Pendlebury (di nome inglese, ma di madre toscana). Della cornice dantesca, per una raccolta di poesie innamorate di Alberto Sighele, l’ideatrice Silva Filosi dice:

“Grandi libri di poesia sono nati nel ricordo di una donna... Conosciuta o idealizzata, vicina o lontana: chi lo sa? Con lei il poeta ha comunque vissuto un ‘esperienza assoluta, che dà nuovi significati alla vita e la rinnova, perché costringe a rileggerla..Una vita che è impossibile non raccontare.
Rileggere l’esistenza a partire dalla donna, e raccontarla come una non consueta storia d’amore: è quanto si può fare anche con le poesie di Alberto Sighele, giocando a confonderle e a ricomporle, secondo una nuova trama, in una sera di quasi primavera. Nate per una donna, diventano di tutte, cioè... di tutti. Dal femminile, all’universale.”

(I titoli di questo spettacolo sono liberamente ispirati alla Vita nuova  di Dante Alighieri; le premesse alle poesie sono citazioni dal testo dantesco).

Ma la magia dell’evento musical poetico è stata la compenetrazione delle musiche appositamente composte e eseguite dal raffinatissimo e travolgente Renzo Vigagni con la recitazione danzante di Lisa Zanon che, ad esempio, attorno al leggio su cui era aperto il libro della Vita Nova, chiuso drammaticamente al capitolo intitolato alla morte, improvvisava una mestissima processione funebre con una elegante gonna nera, tirata sui capelli come mesto copricapo. Ma come alla fine Lisa seminava attorno a quel leggio simbolico, il cerchio della vita oltre la morte, la stessa attrice aveva all’inizio recitato in passi di danza lo stupore dell’incontro, la commozione del saluto, il walzer dell’amore, la sublimazione della lode. Uno spettacolo da non perdere quando verrà riproposto, come più d’uno suggeriva in chiusura congratulandosi con gli artisti.