da Il tempo e il Destino  di Giuseppe Mascotti


viaggio nella memoria                                    journey into memory

 

Viaggio nella memoria

Madre,
in questi luoghi dove il cuore batte,
le tue radici furono strappate,
e ora ti rivedo in passati anni lontani
eppure tanto quotidiani, perché il tempo trascorso
mi si è innestato, viva essenza.

Senza perché, bambino colpito da ingiustizia
di uno spietato destino,
la grazia dell'infanzia non poté fermare
la brama di un servizio senza compenso.
(Ah sì, per loro, compensato in regola
dal poco pane che mangiavo nel primo pianto
di creatura sfruttata, dai vestiti già usati
che coprivano il piccolo corpo).

Sono qui adolescente senza compito
decoroso; sono attento, disponibile,
fraterno a condividere fatiche.

Vedo, madre, che la stanchezza
ti ha abbattuta: Temo che tu stia
decadendo; eppure ancora sembri
così bella! Al mattino ti ho guardata
allo specchio, mentre ti pettinavi;
la tua chioma si spargeva
risplendente sugli omeri, e in profilo
i tuoi seni innestavano stupore,
meraviglia nelle parole, senza accento,
né voce, solo palpitazioni nella gola.
Gli occhi assimilavano, si offrivano,
sprofondati percepivano il levitare
di un'adolescente verginità.

Oh! Unirmi a un altro essere come il mio
tormentoso di vita e di carenze.

Tu lo intuisti, madre. "Creatura mia
appoggia le guance, incidi le pupille
nel ventre che ti ha portato, partorito
e ancora per te è limpido
oltre il sangue fluente di passione.
Che io ti assorba ancora nelle viscere
non peso gravitante in nove mesi,
ma ricreato possesso senza limite".

Viaggio assurdo in meandri di memoria
sigillato nel morire di ogni giorno.
Sempre ritornerà nel mio pensiero,
supplirà orfanezza, falliti smarrimenti.

 

Journey into memory

Mother,
in these places where the heart beats,
your roots were lacerated,
and now I see you again over long gone years
yet every day so near, for time past
has been grafted on me, living essence.

No reason why, child struck by injustice
and a pitiless destiny,
the grace of childhood could not stop
the eagerness of wageless service.
(Oh! yes, to them, fully rewarded
by the little bread swallowed in my first tears
as exploited creature, by the second-hand clothes
covering my tiny body).

Here am I a teenager with no honour
nor task; ready, willing,
sharing burdens as a brother.

I see you , mother, overcome
by exaustion, I fear you might
be fading; yet you still look
so beautiful! In the morning I saw you 
at the mirror, while combing;
your hair spread and shone
over the shoulders, and the outline
of your breasts was calling for wonder,
astonishment in words, without accent, 
nor voice, only throbs in the throat.
The eyes received, offered themselves, 
sinking perceived the rise 
of an adolescent verginity.

Oh! To join another being like mine
tortured by life and losses.

You perceived it, mother. "Offspring of mine
rest your cheeks, etch your pupils 
on the belly which carried and bore you
and is still the purest for you
beyond the flowing blood of passion.
That I may absorb you again into my bowels
not burden growing heavy for nine months,
but recreated everlasting own possession".

Absurd journey in my memory's meanders
sealed in the dying of each day,
for ever will return into my mind, make up 
for failures, bewilderment and your loss.


                                 translated by Alberto Sighele