prefazione di Alex Zanotelli ad Essendo Tondo
…questi volti di donne e di uomini! E' la cosa più bella che abbiamo…
Carissimo Alberto,
grazie per avermi inviato la tua ultima raccolta di poesie Essendo Tondo. Mi chiedevi qualche parola. Ho trovato molto difficile farlo, perché Korokocho ti assorbe talmente che non trovi nemmeno il tempo per cose importanti come questa; (certo non così urgente come attendere a chi effettivamente vive nel disagio più totale), ma è importante dare un pensiero. Molto spesso sono ridotto a farlo nel cuore della notte, quando sono talmente stanco che avrei solo voglia di dormire. Oggi domenica 14 ottobre, dopo la solenne celebrazione dell'Eucarestia, bellissimo momento durato tre ore di festa, di festa popolare, sono riuscito a trovare cinque minuti per dirti innanzi tutto grazie, perché hai deciso di scrivere.
In molte società i poeti sono considerati i pazzi, o quelli che hanno intuizioni su quello che sta avvenendo, che guardano dentro. E leggendo, rileggendo,(non lo ho letto tutto), ma leggendo alcune delle tue poesie sono stato molto colpito, non solo dalla vena poetica, ma soprattutto dalla capacità che hai di esprimere poeticamente quello che è la situazione reale del mondo. Trovo molto bella questa tua capacità di lettura in profondità della realtà e di esprimerla in maniera così poeticamente forte. Forse non è una poesia completamente accessibile alla gente della strada, alcune immagini sono ardite, i richiami richiedono una certa cultura; però penso che stai esprimendo qualcosa di straordinario attraverso questa poesia.
C'è in fondo un ansia per un mondo altro rispetto a quello che abbiamo fra le mani, l'ansia dei profeti per un mondo di pace e di giustizia. Ed è una poesia proprio legata alla
realtà. Mi sono letto subito Gratta il G 8. Ne rimani così incantato! oppure Svettanti nel Cielo per l'Ultimo Attimo con quella conclusione proprio così carica:
….
non sia quello ancora di tener vivo in ogni donna
e uomo la fiamma di giustizia e di pace dei profeti
e di chi, prima di essere ucciso, aveva un sogno.
Mi dà conforto il tuo cercare questi volti di donne e di uomini. E' la cosa più bella che abbiamo. Daniele li chiama: il figlio dell'uomo, il volto dell'uomo. Siamo stufi di essere retti da bestie, questi bestioni. Abbiamo bisogno di uomini, di volti, di comunità di volti. Ed è quello che la tua poesia, Alberto, vuole esprimere in maniera direi anche tagliente e molto incisiva. Proprio quel Gratta il G 8, che ci riporta all'attualità, lo trovo molto bello quando dici:
Gratta il G 8 e sotto l'occidente
scopri il ventre grasso dell'ultimo impero
dal triangolo d'oro dello schiavismo nero
al lavoro minorile nelle miniere
all'idra del mercato monopolico e finanziario
di geni media e armamento vario.
Ma libertà uguaglianza e fraternità
con Cristo al Calvario.
Grazie davvero, per questa tua capacità di intrecciare la tradizione biblica, profetica e apocalittica, con il vissuto di oggi. Grazie, perché spero che questa poesia possa girare, aiutare a creare quel movimento alternativo di cui abbiamo profondamente bisogno.
E' il mio augurio da questo Korokocho; oggi è stato così carico di sole, di luce! Da questo Korokocho, periferia urbana di Nairobi dove su 1,5 km per 1 km di larghezza sono accatastati cento mila persone in questa Nairobi assurda, dove su una popolazione di 4 milioni oltre 2 milioni sono costretti a vivere nel 1,5 % della terra totale di Nairobi. Le bestie selvagge per i casti occhi dei turisti sono trattate molto meglio degli uomini e delle donne! Questo è il mondo in cui viviamo.
Per cui, benvenuta questa poesia che è capace di rimettere in discussione l'impero del denaro e sognare un mondo che sia altro. E' il grande sogno di Mosè, dei profeti, di Gesù. E' l'unico sogno che hanno avuto Gandhi, Martin Luther King e tutta la gente che sta spingendo perché nasca qualcosa di nuovo e più umano. Che anche questa tua poesia aiuti questo movimento. Grazie.
Alex.
Korokocho, 14 ottobre 2001
(il testo sopra è la trascrizione di una cassetta inviata all'autore tramite la sorella Luisa)